ATPKO.
Trento, 1988
Omar Trenti, in arte ATPKO, nasce a Trento nel 1988, la città in cui è cresciuto e si è formato. All’età di 15 anni inizia ad avvicinarsi al mondo dei graffiti: non conosceva a fondo il fenomeno della Street Art, ma guardava all’estero con curiosità e ammirazione. Inizia così a sperimentare le tecniche ed esercitarsi sui muri della propria città.
Fin dalle prime sperimentazioni appare evidente la tendenza dell’artista a voler creare uno stile unico e personale, non in linea con gli stili di altri artisti. I luoghi della sua infanzia e adolescenza hanno senza dubbio influenzato i contenuti delle sue prime opere, realizzate lasciandosi guidare esclusivamente dalle sue esperienze e dal suo personale background.
All’età di vent’anni sperimenta una tecnica a lui nuova, quella dello stencil, a cui rimarrà fedele di lì in avanti, seppure veda nel corso degli anni diverse evoluzioni; utilizzando inizialmente solo lo stencil semplice ad un livello, è dal 2016 che introduce nelle sue opere lo stencil mezzotono e quello multi livello. Con queste due tecniche maggiormente complesse, le immagini rappresentate acquisiscono profondità e mostrano più dettagli rispetto a quelle realizzate con un unico stencil, aumentando di fatto la qualità dei suoi lavori.
In questi anni sono di rilievo diverse opere pubbliche realizzate su commissione per la Provincia Autonoma di Trento, come la rigenerazione dei muri che circondano il parcheggio ex Sit in occasione della Ex Sit graffiti jam, dove l’artista realizza There’s no Planet B, un’opera incentrata sul tema del cambiamento climatico, e l’iniziativa “Riemergere dal lockdown” organizzata nell’ambito del Trento Film Festival, che ha visto diversi street artist, tra cui ATPKO, realizzare una serie di opere riguardanti il Covid-19 in Via Canestrini.
Dopo aver raggiunto il successo nel campo della Street Art, l’artista elegge a proprio ambito di interesse la Fine Art e sposta parte del proprio focus creativo su di essa: comincia così uno studio profondo su tecniche, materiali e supporti così come sulla storia dell’arte e sui grandi artisti del passato.
In occasione della mostra d’arte MYTH(E)OS. From the Myth to God, che vede le sue opere d’arte accostate a grandi capolavori di maestri antichi del ‘600 / ‘700, ATPKO realizza un corpus di opere con l’obiettivo di poter connettere il più possibile i soggetti rappresentati ai materiali utilizzati, volendo creare così un’esperienza sinestetica, in dialogo con i dipinti antichi.
I soggetti delle sue composizioni sono principalmente divinità greche e romane, con qualche eccezione che vede santi e sante dal valore prettamente religioso come la Madonna con il Bambino e gli arcangeli Gabriele e Michele. Rimanendo fedele alla tecnica dello stencil, esclusivamente mezzotono e multi livello, l’artista sperimenta supporti differenti, ovvero pannelli in gesso, tele, cuoio e polistirolo.
L’obiettivo di ATPKO fu quello di realizzare opere che si ispirassero all’antichità, sia ai muri antichi, e si può notare nell’utilizzo dei pannelli in gesso arricchiti da frammenti, stucchi, crateri e inserti con la foglia d’oro, sia all’effetto vissuto, conferito a sei delle ventiquattro opere grazie all’utilizzo dell’effetto corten, oggi particolarmente in voga grazie al suo caratteristico cromatismo tipico dell’ossidazione controllata.
L’artista ha così saputo valorizzare i miti e le divinità rivisitandoli in chiave moderna, tramite la sua accurata ricerca incentrata sul conferimento di un aspetto vivo, vissuto ma al tempo stesso pregiato. Senza abbandonare le tecniche e l’impatto visivo classico della Street Art, ATPKO è riuscito a realizzare opere che rimandassero a quel mondo unendovi però anche la lezione classica.
MYTH(E)OS
From the Myth to God
19.06.2021 – 10.09.2021
Opere.
Una selezione di opere realizzate per la mostra MYTH(E)OS. From the Myth to God.
Per maggiori informazioni: info@kronosgallery.com.
I pannelli di gesso
ATPKO utilizza, fra i diversi supporti, pannelli di gesso. Tali pannelli vengono utilizzati ispirandosi a pezzi di muro antichi, a frammenti del passato del genere umano. L’artista, in questo frangente, intende creare una sorta di capsula del tempo, fermando un istante ed una rappresentazione storica in un’opera d’arte. L’utilizzo degli stencil, in background, come i vecchi motivi di pregio delle abitazioni nobiliari, conferisce profondità al soggetto. Questi creano uno stacco aumentando la leggerezza dell’opera stessa.
ATPKO, al fine di ricercare un realismo compositivo e sintetizzare un decadimento materico, è solito impreziosire la tela con fori e crateri. Tali crateri creano una sensazione di usura, di anticato, donando all’opera un aspetto vissuto, all’interno dei quali l’artista utilizza diverse tecniche per aumentare la sensazione di passato. Ossidazioni, finta ruggine e foglia oro sono materiali ben padroneggiati dall’artista.
Il corten
In alcune tele, ATPKO intende replicare l’effetto corten. Corten è una parola composta che trae origine dall’inglese corrosion resistance e tensile strenght: resistenza alla corrosione e proprietà meccaniche superiori. La peculiare matericità di questo effetto acciaio brevettato nel lontano 1933 dalla United States Steel Corporation è oggi particolarmente in voga grazie al suo caratteristico cromatismo tipico dell’ossidazione controllata.
L’artista utilizza un primer sulla tela con lo scopo di utilizzarlo come aggrappante per la successiva fase di produzione. Di conseguenza applica una pasta di ferro che rende il supporto di un colore tendente al grigio. A tale pasta applica in seguito degli acidi non tossici che innescano una reazione particolare, ossidandola. L’artista ora ha una tela molto piatta e senza sfumature, che rende caratteristica ed equilibrata la composizione finale. Come ultimo processo, ATPKO applica, tramite colatura con delle siringhe differenti, una gradazione di colore come il giallo, l’ottanio o l’arancione, che rendono maggiormente realistico questo effetto e ampliano la gamma di colori presenti sull’opera.
La ricerca dell’artista è focalizzata sul conferire un aspetto vivo, vissuto e pregiato.